LA CASCINA PONCHIA E IL KOLLETTIVO AUTONOMO POPOLARE.
PASSATO, PRESENTE E FUTURO.
1- KOLLETTIVO AUTONOMO POPOLARE - CHI SIAMO
Siamo un gruppo di ragazzi compresi tra i 22 e i 29 anni di età, alcuni studenti, altri lavoratori e altri ancora disoccupati o con un lavoro precario. Alcuni di noi vengono da percorsi politici differenti, altri si trovano per la prima volta a trattare temi politici di questa rilevanza. Non siamo collegati a nessun partito, sindacato, comitato od associazione, e mai lo vorremo essere, per questo l'appellativo di Collettivo “Autonomo”. Siamo riconducibili ad un pensiero politico appartenente alla sinistra extraparlamentare,in cui ogni membro esprime i propri ideali all'insegna del rispetto reciproco. Siamo tutti fermamente convinti, invece, nelle capacità e potenzialità dell'autogestione consci del fatto che la libertà del singolo finisce dove comincia quella altrui.
2- NASCITA E PERCORSO DEL KOLLETTIVO AUTONOMO POPOLARE
Il KAP – Kollettivo Autonomo Popolare – nasce ad ottobre 2013 in seguito a delle esigenze personali, abitative e non, di 5/6 ragazzi dai 22 ai 25 anni di età. La seguente politica di condivisione di bisogni e di iniziative ha portato alla crescita del numero dei membri del collettivo e alla programmazione di un progetto più ampio e strutturato, che arriva a toccare bisogni più articolati come quelli di socialità, aggregazione, cultura e politica.
Tutto ciò si traduce in un progetto che auspica all'apertura di nuovi spazi sociali, dove le iniziative sono condivise e proposte dal basso, senza finalità di lucro, attraverso l'esperienza dell'autogestione, e dove socialità e aggregazione sono le parole cardini che muovono ogni iniziativa.
Come luogo fisico per ospitare un progetto di questa portata si è subito pensato all'occupazione e alla riqualificazione dei beni comunali dismessi, sia per dare una risposta pratica e tangibile di come si possano utilizzare gli spazi lasciati in disuso, sia per lanciare una provocazione alle istituzioni alle quali critichiamo la mancanza di capacità nella gestione delle politiche sociali.
A fronte di ciò si è cominciato un percorso politico che ha messo in evidenzia come l'amministrazione comunale abbia speso più di 800.000 euro per candidare “Bergamo capitale della cultura”, ovviamente esclusa alla prima selezione, senza però che ci fosse un minimo impegno a valorizzare quelle entità che si occupano realmente di cultura. Si è quindi ribattezzata la provincia come “Bergamo capitale del vuoto” evidenziando e mettendo ulteriormente in luce quanti siano i beni comunali lasciati vuoti parallelamente ad una palese necessità collettiva di nuovi spazi sociali.
Questa prima fase di percorso si è tradotta con l'occupazione della cascina sita in Via Baioni n. 47 il giorno 30 novembre 2013, che per un errore di lettura catastale non era di proprietà comunale ma di privati. Il catasto si riferiva all'adiacente spazio espropriato dal comune diversi anni fa per finalità pubbliche. Per questo motivo si è lasciato lo stabile la sera stessa, non prima però di aver pulito e rastrellato il lerciume vario trovato al momento dell'occupazione.
Il giorno dopo, domenica 1 dicembre, volendo ribadire l'esigenza di spazi sociali, è stato occupato per un giorno l'ex Istituto Caniana documentando come anche quel luogo sia stato lasciato in stato di abbandono.
Dopo un paio di settimane, il tempo necessario per riorganizzarsi, si è occupata la Cascina Ponchia, ritenuta luogo ideale per le attività che si vogliono portare avanti.
3- STORIA DELLA CASCINA PONCHIA
La nascita di Cascina Ponchia è stimata attorno agli inizi del 1900, prima del primo conflitto mondiale. Attualmente lo stabile è di proprietà comunale e fino al 2003 è stato un convento di suore mentre nel 2006, per circa 10 mesi, ha ospitato il CAG – Centro di Aggregazione Giovanile – ora avente altra sede nel quartiere di Monterosso.
Nel 2009 è stata inserita in un bando comunale per la realizzazione di un progetto di Housing Sociale, senza aver alcun seguito. Il bando prevedeva la realizzazione di 5 alloggi a canone moderato e 4 a canone sociale, più spazi comuni di aggregazione per anziani.
Successivamente l'amministrazione comunale ha deciso di inserire Cascina Ponchia nel piano di alienazioni dei beni comunali, mettendo all'asta per ben due volte lo stabile, aste andate a vuoto. Originariamente il prezzo di partenza era stato fissato a euro 875.000 con il vincolo di spesa di euro 1.000.000 totali per la ristrutturazione e la sistemazione dello stabile. Altro vincolo, oltre a quello di risistemazione della Cascina, era quello culturale n. 239. Dall'estratto del suddetto vincolo si legge: “l'immobile denominato CASCINA PONCHIA è dichiarato di interesse storico artistico ai sensi dell'art. 10 comma 1 del D. Lgs 22 gennaio 2004, n. 42, e rimane quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela”, e ancora: “La cascina è interessata da un vincolo diretto di tipo culturale, che ne condiziona eventuali interventi di riqualificazione edilizia e rifunzionalizzazione all'indispensabile coinvolgimento della Soprintendenza per i Beni Archiettetonici e per il Paesaggio”.
Il 13 dicembre 2013 lo stabile viene occupato dal Kollettivo Autonomo Popolare e il 10 febbraio 2014 viene presentato e approvato in consiglio comunale lo sgombero e la successiva messa all'asta dello stabile. Questa volta il prezzo di partenza viene fissato a 700.000 euro, il 30% in meno rispetto le precedenti aste, togliendo inoltre quello che era il vincolo culturale e artistico. Per di più se la Cascina non dovesse essere venduta con questa terza asta ci sarà un ulteriore ribasso dell'8% sul prezzo di partenza.
4- STRUTTURA e CARATTERISTICHE della CASCINA
L'immobile è situato in Via Ponchia n.8 a Bergamo nel quartiere di Monterosso, in zona semi collinare ai piedi del colle della Maresana, in prossimità del confine del Parco dei Colli di Bergamo.
La Cascina costituisce una preesistenza edilizia di matrice rurale; è costituita da un corpo di fabbrica con tipologia ad “L” con un ballatoio che affaccia su uno spazio pertinenziale verde di cui una parte utilizzato come orto.
Come scritto nello studio di fattibilità art. 153 D.Lgs 163/2006 per la realizzazione e gestione di Housing integrato “L'immobile denuncia ancora oggi pregevoli caratteri costruttivi e compositivi tipici dell'architettura rurale, nonché alcuni aspetti decorativi di pregio”.
Il complesso è sviluppato su tre piani fuori terra con differenti altezze interne e presenta un corpo scale centrale che collega verticalmente i tre livelli, distribuiti orizzontalmente da un ballatoio al primo piano.
Il fabbricato, come facilmente deducibile, era utilizzato come cascina rurale, con un certo pregio architettonico rilevabile da alcuni particolari, tra cui la presenza di alcuni affreschi in facciata, la finestra ad arco o i solai a volta presenti in alcuni ambienti al piano terra.
La Cascina è cosi strutturata:
-Piano terra: nell'estremità a sud sono presenti locali a porticato, con soffitto a volta, adibiti a locale caldaia e depositi. Adiacenti si sviluppano vani d'abitazione posti a piani differenti e con differenti altezze. Nell'estremità a nord troviamo quello che probabilmente era il vecchio ingresso che porta ad un locale probabilmente adibito a cantina ed al corpo scale. Adiacente alla scala vi è un locale basso.
-Primo piano: salendo le scale sulla destra si accede ad un ampio appartamento, con ingresso diretto anche dalla strada esterna, rimaneggiato negli anni 60' come si desume dalle finiture dei due bagni, mentre l'altro lato è costituito da 5 vani di abitazioni distribuiti lungo il ballatoio esterno, con due differenti livelli e differenti altezze interne.
-Piano secondo sottotetto: è collegato attraverso lo stesso corpo scale e si sviluppa come il primo piano, ma senza ballatoio. Tutti i locali sono collegati in sequenza da una serie di aperture, articolate in sequenza. Il rilievo ha evidenziato piani e altezze differenti: alcuni locali sono contro soffittati con perlinatura in legno, mentre altri presentano la struttura lignea di copertura in vista.
5- LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE FATTI DAL COLLETTIVO
I lavori svolti dal Collettivo sono stati:
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adibizione di una parte del prato ad uso ortofrutticolo, non ancora avviato per motivi climatici. Attualmente si è delimitata la zona destinata all'orto con una relativa smossa del terreno per fargli prendere aria;
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posizionamento di mattonelle di sassaiola nell'area esterna che porta dalla cancellata all'ingresso principale;
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riverniciatura dei locali caldaia, deposito materiali e di due locali al piano terra;
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raschiamento delle arcate presenti nel locale al piano terra del lato nord dello stabile con rinvenimento di affreschi;
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diversi artisti hanno disegnato graffiti di vario genere nella maggior parte dei locali al piano terra e in buona parte dei locali al primo piano;
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resi funzionabili ed agibili tutti i tre servizi sanitari dell'immobile;
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tamponamento di diverse infiltrazioni dal tetto;
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sostituzione degli infissi di vetro rotti con pannelli di legno;
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riallacciamento della corrente elettrica tramite regolare contratto;
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collocazione di boiler per l'acqua calda acquistati con la cassa comune del collettivo;
La sistemazione dei locali è stata cosi adibita:
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il primo locale lato sud al piano terra è stato adibito a sala cinema arredato con poster, divani e sedie per guardare i film, proiettore e telo bianco sul quale proiettare;
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il secondo locale lato sud al piano terra, nonché l'atrio e primo locale entrando dalla porta principale, è stato pensato come sala “info point” dove mettere una scrivania con relativi fogli informativi;
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ll locale a destra dell'atrio al piano terra è stato utilizzato diverse volte per concertini musicali vista la sua predisposizione ad un insonorizzazione;
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il piccolo vano a sinistra del corpo scale al piano terra viene utilizzato come ripostiglio per attrezzi da lavoro di varia natura;
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il locale lato nord al piano terra viene utilizzato come bar. Abbiamo costruito un bancone in legno su misura per chiudere ad angolo la zona bar e destinare l'atra parte della stanza al posizionamento di tavolini e divani per creare un salottino. Abbiamo utilizzato l'armadietto già presente nel locale come dispensa di bevande e snacks per aperitivi;
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i tre locali lato nord al primo piano vengono utilizzati a scopo abitativo da alcuni ragazzi del collettivo usando letti portati all'interno della cascina;
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il primo locale sulla sinistra salendo le scale al primo piano ospita il “free shop”, ovvero vestiario e oggettistica di vario tipo che si può prendere senza alcuna pretesa di scambio obbligatorio;
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il primo locale lato sud al primo piano ospita l'aula studio che è stata allestita con tavoli, sedie, computer, rete wi-fi con regolare contratto, divani, lavagna e una piccola raccolta libri di vario stampo. Sempre in questo locale si tengono le lezioni di lingue;
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il secondo locale lato sud al primo piano viene destinato come seconda sala da pranzo o diversamente come salotto, anch'esso arredato con tavoli sedie e divani;
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il terzo locale lato sud al primo piano è stato adibito a cucina nella quale sono stati installati lavandini e montata una cucina che diversamente sarebbe finita in discarica come tutti i mobili che siamo riusciti a recuperare. La cucina funziona a gas utilizzando bombole e dispone di diversi piani per cucinare, un piano cottura con 4 fornelli e un forno.
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il quarto locale lato sud al primo piano viene utilizzato come sala da pranzo per il progetto della Cucina Popolare che si svolge ogni venerdì sera, e per il pranzo di quartiere che si svolge una volta al mese;
Tutto il secondo piano non viene usato e ne viene impedito l'accesso per deficit strutturali. Renderlo agibile comporterebbe una sistemazione onerosa che in questo momento il collettivo non riesce ad accaparrarsi.
6– KASCINA AUTOGESTITA POPOLARE – ATTIVITA' E PROGETTI
Abbiamo occupato la Cascina Ponchia con l'intento di rimanerci poiché morfologicamente conforme al tipo di attività e finalità che vogliamo svolgere e raggiungere. Il progetto che ci siamo prefissati di portare avanti, ancora all'albore dell'occupazione in via Baioni, consiste nell'apertura di uno spazio comunale abbandonato con finalità abitative, sociali, formative, politiche, culturali e di autosostentamento.
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Finalità abitative: queste nascono dalle esigenze personali di molti ragazzi che, per motivi di precarietà o di disoccupazione, non hanno modo di poter intraprendere una vita indipendente. Da questo bisogno nasce la possibilità di abitare nello spazio con le prerogative di: 1) partecipazione attiva alla vita della Kascina Autogestita Popolare; 2) capacità personali di condividere e rispettare spazi, risorse e decisioni assembleari che si svolgono attraverso dinamiche autogestite.
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Finalità sociali: esse nascono dalla mancanza di spazi sociali esenti dalle solite logiche gerarchiche e di profitto, dove condivisione e reale aggregazione sono un'utopia. Di conseguenza abbiamo a cuore la proposta di attività che favoriscano la socializzazione e l'aggregazione senza che chi vi partecipi si senta emarginato o non all'altezza della situazione. Queste attività sono riconducibili alle cene popolari che si svolgono ogni venerdì sera e ai pranzi di quartiere che hanno luogo una volta al mese, ma non solo, essendo di carattere sociale e aggregativo tutte le attività che si svolgono in Cascina.
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Finalità politiche: queste finalità sono in parte realizzate nel presente quotidiano rendendo viva la Cascina con tutte le attività che vengono portate avanti. La politica è insita nell'occupazione, nella riqualificazione e nella gestione giorno per giorno dello spazio. La restante parte delle finalità politiche viene colmata con iniziative tematiche, come ad esempio la presentazione di rassegne di vario genere (abbiamo fatto poco tempo fa la rassegna sulle carceri) attraverso film, documentari ed incontri con altre realtà territoriali e non. La politica non è un pretesto ma è sicuramente una parte importante che il collettivo vuole portare avanti nella gestione della Cascina, un luogo dove le realtà istituzionali non possono plasmare l'informazione.
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Finalità culturali: come son sempre meno gli spazi sociali, son sempre meno, e meno accessibili, i luoghi di libera informazione e di libera cultura. Nella parola “cultura” inseriamo anche ogni tipo di espressione artistica, dando spazio a numerosi artisti e gruppi emergenti che non hanno spazi e possibilità di esibirsi. A fronte di questa necessità abbiamo adibito una sala studio come luogo di libera informazione e confronto, proposto giornate dedicate alle jam musicali (la domenica pomeriggio) e artistiche e proiettato film di natura storica. Ogni mercoledì e domenica sera, in prima e seconda serata, vengono proiettati in sala cinema film di diversa natura. Il martedì invece è la serata dedicata a documentari di vario genere. Tutte queste attività sono punti fermi del nostro progetto e che vogliamo mantenere anche in futuro.
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Finalità formative: rientrano nel tentativo di dare un surplus concreto alle conoscenze e competenze personali. Attualmente stiamo portando avanti corsi di lingua inglese e di francese, rispettivamente il lunedì ed il venerdì alle 18.00, ed un corso di educazione cinofila per conoscere meglio i comportamenti dei nostri amici a 4 zampe, la domenica alle 14.30. A breve partirà un corso di informatica e ci stiamo organizzando per far partire un laboratorio di idraulica e di elettricista, per avere le competenze basilari necessarie per risolvere i piccoli inconvenienti che capitano ogni giorno nelle nostre case.
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Finalità di autosostentamento: essendo il nostro un collettivo “autonomo” non chiediamo nessun contributo economico da parte di nessuno e le nostre iniziative sono totalmente gratuite. Le uniche fonti di entrata economica sono il bar e la cena popolare del venerdì sera. I soldi ricavati sono tutti interamente ed unicamente reinvestiti nel progetto della Kascina Autogestita Popolare. Intriso alle finalità di autosostentamento esiste un progetto di autoproduzione ortofrutticola completamente biologica che partirà non appena il clima lo consentirà, usando lo spazio che è stato appositamente adibito in giardino.
KollettivoAutonomo Popolare
KascinaAutogestita Popolare
kap@inventati.org